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Le minusvalenze non si recuperano con i dividendi azionari e le cedole

Molto spesso i risparmiatori sono attratti da titoli che pagano dividendi ogni anno. La distribuzione di dividendi è indice del fatto che l'azienda sulla quale si sta investendo produce utili e quindi è in grado di ripagare la fiducia dei propri azionisti. Il meccanismo del dividendo tuttavia va studiato e capito perché presenta diversi svantaggi per l'investitore che non vanno di certo sottovalutati.

I dividendi sono un bancomat per lo stato


I dividendi azionari e le cedole obbligazionarie sono un vero e proprio bancomat per le casse dello stato. Tutti questi redditi infatti, vengono tassati alla fonte con una ritenuta del 26%. Su ogni milione di euro pagato in dividendi lo stato incassa ben 260mila euro. Se consideriamo che questi sono utili societari già precedentemente tassati, ci rendiamo conto di come lo stato possa essere paragonato senza problemi ad un ladro incallito. 

La perdita di valore sul titolo

La distribuzione del dividendo è stata ben congegnata, oltre a livello fiscale anche in merito all'andamento del titolo azionario.
Al momento dello stacco della cedola infatti, il titolo perderà d'ufficio il valore lordo assegnato al dividendo. Se per esempio un'azione che quota 5€ stacca un dividendo di 0,2€, l'investitore si troverà un dividendo sul conto corrente pochi giorni dopo, ma un titolo a 4,8€. Come dire, nessuno ti regala nulla. Il rialzo del titolo successivo al dividendo inoltre, è tutta da verificare.

Le minusvalenze non si recuperano



Un particolare non da poco è che, essendo tutti i flussi cedolari compresi i dividendi, tassati alla fonte, non è possibile in nessun modo recuperare le eventuali minusvalenze pregresse. Una vera e propria beffa nei confronti degli investitori. Chi ha minusvalenze da recuperare potrebbe così pensare di vendere il titolo ante stacco e ricomprarlo subito dopo lo stacco della cedola. L'operazione va valutata attentamente, perché le commissioni di acquisto e vendita potrebbero essere superiori al possibile vantaggio fiscale ottenuto


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