INPS: come viene calcolata la pensione


I risparmiatori che investono in fondi comuni conoscono le domande giuste da porre ai propri promotori, ma ciò non avviene con l’INPS, il più grande gestore di risparmi d’Italia. Approfondiamo, per iniziare, come viene calcolata la pensione.

Secondo le regole (modificate dalla legge 335/1995 e successive) il calcolo della pensione è eseguito secondo due distinte modalità: metodo retributivo, ovvero basato sul calcolo della retribuzione negli ultimi anni lavorativi, a prescindere dai contributi totali versati all’INPS, e metodo contributivo, basato sul calcolo dei contributi versati realmente, adeguati e rivalutati con l’applicazione di un coefficiente di rivalutazione senza patrimonio di previdenza specifico e a capitalizzazione simulata sulla crescita. Il calcolo è esclusivamente contributivo per i lavorativi che al 1° gennaio 1996 non avevano maturato contributi e per quelli che avevano esercitato (o esercitano) la facoltà di opzione al sistema di calcolo.

Come viene calcolata la pensione?


Il calcolo della pensione viene effettuato in 4 differenti passi:

· Individuare la retribuzione annua di lavoratori dipendenti o i redditi conseguiti da lavoratori autonomi e parasubordinati;

· Calcolare i contributi annuali, basandosi su di una aliquota di computo pari al 33% per i dipendenti e al 20% per gli autonomi;

· Determinare il montante individuale, ottenuto sommando i contributi annuali rivalutati sulla base del tasso annuo di capitalizzazione, che deriva dalla variazione media nei 5 anni del PIL calcolato dall’Istat;

· Applicare al montante contributivo il coefficiente di trasformazione, che cambia a seconda dell’età del lavorativa al momento della pensione, dell’aspettativa media di vita, ed incorporando il tasso di crescita del PIL nel lungo periodo.

Come calcolare il montante individuale?


Il montante individuale è l’importo di contributi accumulati nel corso degli anni, e si calcola con tre passi:

1. Individuazione della base imponibile annua, cioè della retribuzione annua per i lavoratori dipendenti o del reddito annuo per gli autonomi, per i periodi contributivi esaminati per la pensione;

2. Calcolo dell’ammontare dei contributi annui, realizzato moltiplicando la base imponibile per l’aliquota di computo del 33% per i lavoratori dipendendi, del 20% per gli autonomi e dal 17 al 27% per i parasubordinati;

3. Determinazione del montante individuale, che si ottiene dalla somma dei contributi versati, rivalutati del tasso di capitalizzazione annuo determinato dall’ISTAT.

In questo modo si ottiene il montante individuale per i contributi maturati dopo il 31 dicembre 1995. La rivalutazione del montante deve essere effettuata al 31 dicembre di ogni anno, escludendo la contribuzione dello stesso anno, e ha effetto per le pensioni con decorrenza dal primo giorno dell’anno successivo.

Da ciò è possibile comprendere come il tasso 2014 della rivalutazione sia stato negativo dello 0,1927% a causa del decremento del PIL italiano, che causa una diminuzione del montante di calcolo della pensione.
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