I quattro errori da evitare quando si investe



Ogni investitore, almeno una volta nella vita, avrà commesso uno dei quattro errori di cui parleremo oggi: si tratta dei quattro principali tentativi non volontari di sabotaggio del proprio portafoglio d’investimento.

 Le conseguenze di questi comportamenti errati possono anche essere disastrose e portare alla perdita totale del proprio capitale.

Vediamo cosa non fare mai coi propri risparmi



1. Ignorare il proprio orizzonte temporale

Evitare di perdere denaro è ciò che ogni investitore vuole fare, e sebbene sia logico ciò che non viene, spesso, considerato è il periodo entro cui ottenere il risultato di crescita.

Durante periodi come quello attuale, ovvero di crisi economica, l’orizzonte temporale di molti investitori tende a restringersi: ad esempio, si cerca di vendere le proprie azioni, mantenendo le obbligazioni con scadenza breve. Sebbene, in questo caso, la struttura delle passività rimanga la stessa e con caratteristiche di lungo periodo.

Quando invece si ha un rifiorire dell’economia, con conseguente ottimismo sui mercati, accade l’esatto opposto: ogni investitore è portato a credere che la positività possa durare per sempre, lasciando inalterate le scadenze delle proprie passività. Ciò ci fa capire che è importante per ogni risparmiatore far collimare gli investimenti al proprio orizzonte temporale.

Se, ad esempio, l’orizzonte è di un anno od inferiore, allora sarà consigliabile investire in BOT o conti deposito, strumenti finanziari di liquidità. Con un orizzonte di 5 anni è meglio investire in obbligazioni a medio termine, per cercare di tenerle il più possibile fino a scadenza. Se il termine, invece, è ventennale allora è meglio puntare sul mercato azionario, in quanto un portafoglio a lungo termine costituito da liquidità ed obbligazioni a medio termine non sarebbe in grado di coprire l’inflazione attesa, con un calo del potere d’acquisto.


2. Cambiare la tolleranza al rischio con ogni fluttuazione di mercato



Quando i mercati sono in salita, di solito si pensa di essere in grado di tollerare un maggior rischio. Al crollo dei mercati (o ad una loro semplice leggera perdita), si cerca di ridurre l’incertezza: far cambiare la tolleranza al rischio a seconda dell’andamento dei mercati si possono  portare facilmente in crisi i propri investimenti: chi è spaventato quando tutti lo sono, ed è euforico al pari degli altri, si tenderà a vendere al minimo e comprare al massimo, con un’ulteriore riduzione dei rendimenti a lungo termine. Bisogna, dunque, evitare che i bisogni emotivi prendano il sopravvento sui bisogni finanziari.


3. Farsi consigliare da chi non si conosce



Molti amano scambiar consigli con amici e colleghi, o prender spunto da internet: ciò può andare bene quando la propria situazione è uguale a quella degli altri, ma può essere rischioso se obiettivi, vincoli e tolleranza al rischio sono diversi: chi consiglia su internet, in tv o sui giornali non ha idea delle vostre caratteristiche personali di investitore, quindi vale la pena domandarsi se è più interessante, per questi individui, valutare la performance del vostro portafoglio oppure il loro bacino di lettori. Ogni scelta d’investimento deve essere perfettamente ritagliata sul singolo investitore, personalizzata quanto basta.


4. Sovrastimare la propria conoscenza dei mercati



Ad un certo punto gli investitori credono di avere la possibilità di predire l’andamento dei mercati. Ma in realtà le previsioni di questi individui, anche se corrette, spesso sono frutto del caso. Negli investimenti è molto fastidioso non sapere tutto, ma è fin peggio illudersi di sapere ciò che avverrà: nessuno può prevedere l’andamento dei mercati, o capire quali settori avranno una performance migliore. Per prendere una decisione è importante accollarsi e conseguenze di un eventuale errore, ciò che conta soprattutto è la qualità delle proprie decisioni.

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