La volatilità nei mercati


Il ritorno della volatilità sul mercato valutario è risultato e sta risultando, a nostro avviso, soddisfacente, sia dal punto di vista dell’analisi dei mercati sia per quanto concerne l’operatività. Volatili anche i movimenti sui listini azionari che, dopo aver toccato nuovi massimi assoluti in America, sono partiti con correzioni significative dal punto di vista tecnico ma che per il momento consideriamo ancora come correzioni. Le materie prime rimangono sotto pressione, soprattutto sul fronte oro, con i prezzi che si stanno avvicinando ai minimi visitati a dicembre 2013.


Il punto della situazione


La settimana si conclude con cinque temi importanti di riflessione. Il primo, in assoluto, riguarda il fatto di aver assistito come da attese a nuovi massimi storici sugli indici americani dopo la decisione del FOMC di procedere con un taglio di ulteriori 10 miliardi dagli acquisti di asset relativi al QE, ai quali sono corrisposti dei buoni rafforzamenti del dollaro americano, complici anche le discese di dollaro australiano (a causa delle continue dichiarazioni di Stevens sulla forza della valuta locale) e della moneta unica europea che, dopo l’allocazione di prestiti pari a 82.6 miliardi da parte della BCE (che ha lanciato il nuovo piano di sostegno TLTRO) inferiori alle attese (secondo tema di riflessione) che volevano una richiesta pari almeno a 100 miliardi, ha raggiunto la soglia di 1.2850, livello che non si vedeva dal luglio 2013.
Lo yen non è stato da meno, con la rottura di tutti i supporti dopo le dichiarazioni di Kuroda a favore di una svalutazione della divisa giapponese, con il raggiungimento di tutti i target indicati in precedenza, sfiorando quota 110 yen per ogni dollaro americano. La sterlina si è staccata dal coro andando, dopo aver perso molta strada contro il dollaro sulle speculazioni che avrebbe potuto vincere un “sì” in Scozia, a recuperare parecchio terreno, riportandosi a quota 1.6500 salvo poi ripiegare in correzione tecnica su una divergenza ribassista oraria verso i supporti. Dovesse chiudere in negativo la giornata di venerdì e non compiere nuovi massimi relativi durante il tandem lunedì/martedì, potrebbe essere probabile uno storno importante. Dopo il terzo ed il quarto tema di riflessione chiudiamo con la Svizzera, che ha deciso di mantenere i tassi fermi nel corridoio 0.00%/0.25% dopo le dichiarazioni che ammettevano la possibilità di considerare tassi negativi per frenare gli acquisti di franchi che, combinati alle vendite di euro, hanno avvicinato il cambio a 1.2000, soglia al di sotto della quale la BNS non è disposta a far scendere il rapporto tra le due valute. Oggi sarà una giornata priva di pubblicazioni macroeconomiche importanti, con l’appuntamento più importante rappresentato dal discorso di Draghi al parlamento europeo (ore 15.00 italiane) che non dovrebbe portare novità di sorta ma che è meglio seguire con attenzione in quanto potenzialmente foriero di volatilità sull’EurUsd (attualmente in rimbalzo tecnico) e su tutti i cross euro.

QUADRO TECNICO


EurUsd: dopo i nuovi minimi in area 1.28 ¼ il mercato ha messo a segno dei rimbalzi correttivi durante la notte, giunti ora ad un ritracciamento pari al 38.2% sulla discesa cominciata dal triplo massimo di brevissimo periodo messo a segno tra il 18 ed il 19 settembre. Tecnicamente il mercato potrebbe avere spazio per rimbalzi ulteriori, ma dal punto di vista dell’individuazione di livelli precisi sui quali impostare l’operatività oggi ci troviamo in difficoltà. Troppe le aree grigie sulla discesa di venerdì, ci affidiamo ad una stima probabilistica di rimbalzo estendendo dai prezzi attuali fino ad area 1.2890 (61.8% di Fibonacci sull’ultima discesa e media mobile a 100 oraria) l’area di resistenza all’interno della quale eventualmente pensare a posizionamenti lunghi di dollaro, per ritorni dapprima su 1.2840 e poi sui minimi. Non valuteremo reverse rialzisti, se non sopra area 1.2915.

UsdJpy: prezzi che dopo il raggiungimento di area 109.50 stanno consolidando sopra i supporti di breve periodo, passanti tra 108.35 e 108.65. Qui abbiamo infatti il passaggio dei punti statici precedenti, della media a 100 oraria e di quella a 21 a 4 ore, stanti ad indicare potenziali zone di resistenza per lo yen che, una volta che dovesse raggiungere tali aree, potrebbe essere nuovamente venduto con l’idea che ritorni sui minimi battuti tra 109.25 e 109.50 potrebbero rappresentare un buon outcome della strategia, tenendo conto che in caso di superamento a ribasso di area 108.25 il mercato potrebbe estendere su acquisti di yen fino ad area 107 ¾.

EurJpy: il cross ha congestionato bene all’interno dell’area 139.60/140.15 ed è proprio questo il range che curiamo per assistere a potenziali accelerazioni a rialzo o a ribasso una volta rotto uno dei due confini evidenziati. Possibile impostare la propria operatività utilizzando degli ordini OCO per movimenti pari all’altezza stessa della congestione.

GbpUsd: cable che ha completato un’ottima divergenza ribassista oraria dopo le forti salite che hanno seguito i risultati del referendum scozzese. Siamo partiti durante la notte con un rimbalzo che ha seguito le vendite di dollari viste contro euro, con i prezzi che hanno compiuto minimi crescenti su un time frame a 4 ore (indice di una perdita di momentum ribassista) ma che per il momento hanno mancato il compimento di nuovi massimi relativi. Fino a quando ci manteniamo sotto area 1.6410 potrebbe essere possibile ipotizzare acquisti di dollari per cercare ritorni verso 1.6280 che, se raggiunto con uno stocastico orario lontano dall’ipervenduto, potrebbe lasciare spazio ad ulteriori accelerazioni verso area 1.6240. In caso di ripartenza oltre 1.64 ¼ il mercato potrebbe tentare delle sortite verso i massimi relativi, con area 1,64 ¾ a fare da possibile scoglio.

AudUsd: il mercato ha esteso verso nuovi minimi durante le prime ore del mattino e potrebbe incontrare i primi livelli di supporto intorno a 0.8875/90, dove valuteremo l’eventuale formazione di divergenze rialziste orarie, sulle quali potremmo pensare di lavorare l’australiano in acquisto o di chiudere posizionamenti corti, per chi avesse lavorato in rottura ribassista del range delineato a partire dalla notte del 17 settembre (tipica congestione che è possibile lavorare con ordino OCO per vendere la debolezza dell’aussie o comprarne la forza).

Articolo redatto da Matteo Paganini
Chief Analyst DailyFX
Forex Capital Markets FXCM
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