NFP deludenti ma tasso di disoccupazione al 6.7%
Oramai chi si affida al tasso di disoccupazione per valutare se un’economia sta fornendo o meno posti di lavoro alla popolazione sa di commettere un errore interpretativo dovuto al fatto che non si sta valutando la reale creazione di posti di lavoro in quanto si dipende dal tasso di partecipazione dei cittadini alla forza lavoro.
Occorre infatti che le persone ricerchino attivamente lavoro al fine di rientrare nel calcolo del tasso e venerdì abbiamo avuto l’ennesima diminuzione del tasso di partecipazione, passato da 63% a 62.8%, con il tasso ufficiale di disoccupazione che si è avvicinato al 6.5% desiderato dalla Fed al fine di terminare completamente il QE, raggiungendo quota 6.7% da un precedente 7%. La creazione di nuove buste paga nel settore non agricolo è rimasta in territorio positivo ma ha mostrato un ridimensionamento rispetto alle ultime rilevazioni. Siamo passati infatti da un dato rivisto a 241.000 unità (da 203.000 comunicateci il mese scorso) e 74.000 nuovi posti di lavoro, il che è positivo ma meno positivo di quanto ci si potesse attendere, con una media di 200.000 posti di lavoro al mese che diviene necessaria al fine di assistere a sostanziali miglioramenti della ripresa economica a stelle e strisce. |
Borse e dollaro: strade segnate?
Il dollaro americano ha reagito inizialmente andando a scendere contro tutto, a partire dalle major per finire con le materie prime, con le borse americane che hanno iniziato a perdere terreno. Dato bello o dato brutto per assistere ad una reazione del genere? Comanda il tasso di disoccupazione migliore nettamente delle attese, o i Non Farm Payrolls, chiaramente inferiori delle aspettative e dei dati precedenti? E poi, in che modo rientrano in questo quadro le attese sul taprering e dunque sulle mosse future della Fed? Per cercare di rispondere occorre dare uno sguardo a quanto successo dopo le prime reazioni, a partire dalle borse americane, che non hanno approfondito a ribasso ma che hanno tentato delle ripartenze, per poi stabilizzarsi all’interno di una congestione abbastanza ampia ma che si trova ben al di sopra dell’area passante per 1,815.00 per quanto riguarda lo S&P500, un forte supporto da curare con molta attenzione. A nostro parere il dato non è buono e questo potrebbe influire sulle prossime decisioni della Federal Reserve che potrebbe decidere di stoppare la diminuzione degli acquisti o di procedere con dismissioni molto lievi (senza superare i 10 miliardi). Entrambi gli scenari lascerebbero nel sistema molta liquidità che potrebbe supportare le borse e questo potrebbe portare a ripartenza verso nuovi massimi prima di pensare a discese strutturali. I prossimi giorni ci aiuteranno a capire come si convoglieranno i flussi di capitale, ma per ora questa ci sembra un’interpretazione plausibile.
QUADRO TECNICO
EurUsd: la moneta unica sta congestionando all’interno di un rettangolo individuabile su un time frame orario e che può essere sfruttato con ordini oco per escursioni pari all’altezza della congestione. Occorre prestare attenzione però all’area di 1.3650 che potrebbe intervenire come supporto, l’idea dunque di non lavorare a ribasso su potenziali rotture potrebbe risultare valida. Qui infatti potrebbe essere il caso di pensare ad acquisti di euro tenendo conto ce un superamento a ribasso di area 1.3630 potrebbe portare a tentativi di discesa verso 1.3610 ed in estensione figura. In caso di ripartenza sarà importante capire come ci avvicineremo a a 1.3685 ed una rottura a rialzo di area 1.3695 potrebbe portare a tentativi di salita che potrebbero esaurirsi in ogni momento tra qui e 1.3715, livello che potrebbe essere importante per rotture definitive.
UsdJpy: cambio da curare per eventuali retest della zona di resistenza data dalla media a 21 oraria e dai punti precedenti statici (tutta la zona tra 103.85 e 104.15 può essere considerata di resistenza). In caso di raggiungimento di questa zona, potrebbe esserci la possibilità di valutare delle vendite di dollaro tenendo conto che un superamento rialzista di area 104 ¼ potrebbe lasciare spazio a ripartenze verso 104.50 e 65. In caso di tenuta delle resistenze, i primi target potrebbero essere posti sui minimi della notte (raggiunti con lo yen in rafforzamento sul Nikkei che scendeva) e se lo stocastico orario dovesse essere lontano dall’ipervenduto con i prezzi su questi punti l’idea che potrebbe avvenire un approfondimento oltre il livello potrebbe non essere cattiva.
EurJpy: situazione simile al UsdJpy per EurJpy, dove si potrebbero attendere eventuali correzioni verso le resistenza, individuate con gli stessi criteri appena visti, prima di pensare a vendite di euro per arrivi sui target dati dai minimi della notte. 14210/35 la zona critica e sopra 142.45 potremmo assistere a giri a rialzo verso i massimi precedenti.
GbpUsd: sterlina molto confusa dopo i movimenti di venerdì, dove abbiamo assistito ad una discesa sui brutti dati relativi alla produzione industriale e ad una risalita sui NFP (discesa di dollaro generale, come detto). Ora, sia su un orario sia su un 4 ore non ravvediamo possibilità operative, dunque meglio attendere la formazione di qualche setup utile secondo i nostri metodi. Le aree di supporto che devono tenere per impedire alla potenziale divergenza ribassista a 4 ore di fare effetto in caso di formazione sono date da 1.6450, dove passano punti precedenti e dove passa la media a 4 ore.
AudUsd: possibilità di seguire una correzione sul dollaro australiano, con una divergenza ribassista oraria che potrebbe formarsi ma con la media a 21 ed i punti statici precedenti passanti intorno a 0.8985 che potrebbero fungere da supporto sul quale pensare ad acquisti di dollaro australiano con l’idea che un approfondimento sotto area 0.8965 potrebbe portare a tentativi di arrivo intorno a 0.8950 ed in estensione 0.8935 (con l’idea di rimanere a ribasso fino a che la divergenza, che a questo punto sarebbe confermata ed attiva, rimarrà valida) . Primi target in caso di tenuta dei supporti sui massimi della notte, con lo stesso ragionamento effettuato sullo stocastico di UsdJpy per pensare ad approfondimenti.
Articolo redatto da Matteo Paganini
Chief Analyst DailyFX
Forex Capital Markets FXCM
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