Negli ultimi anni, Jannik Sinner è diventato uno dei volti più noti nel panorama sportivo italiano. Tuttavia, la sua presenza costante in numerose campagne pubblicitarie ha sollevato critiche riguardo all'eccessiva commercializzazione della sua immagine. L'innalzamento a modello divino da seguire anche in ambito lavorativo esposto da qualsiasi HR su Linkedin, impone di tirare subito il freno a mano e fare una seria riflessione. "Jannica" sarà pure un grande tennista, ma non è un modello per nessuno visto che, in primis, paga le tasse a Montecarlo e non in Italia. Quindi modello di stacippa! Poi cavoli, è evidente il rischio di scivolare sulle buccie di banana tipo Ferragni.
Una presenza pubblicitaria onnipresente 📺📸
Sinner ha stretto accordi con numerosi brand di alto profilo, tra cui Nike, Lavazza, Rolex, Alfa Romeo, Parmigiano Reggiano, Technogym, Panini, Intesa Sanpaolo e Gucci. Questa massiccia esposizione mediatica ha portato alcuni a percepire una sovraesposizione della sua figura. Se n'è accorto anche Crozza che ha perculato il tennista nel suo programma sul Nove.
L'effetto sull'immagine del brand 🤔
La collaborazione con De Cecco, storica azienda italiana produttrice di pasta, ha suscitato reazioni contrastanti. Alcuni consumatori ritengono che l'associazione con una celebrità così presente nel panorama pubblicitario possa risultare forzata e ridurre l'autenticità del brand.
Un esempio inflazionato per tutti, HR compresi 🏢
Oltre alla sua presenza nelle pubblicità, Sinner viene spesso citato come modello di successo e dedizione in ambito lavorativo. Questa costante menzione ha generato una certa saturazione, portando alcuni a percepire una strumentalizzazione della sua immagine. Inoltre si corre il rischio di divinizzare persone che, sotto sotto, non hanno modelli comportamentali poi così eccelsi. Secondo voi, quando è uscito il caso doping, quanti pubblicitari hanno stretto le chiappette?
Conclusione: un invito alla riflessione 🛑
Sebbene le collaborazioni tra atleti e brand siano comuni, è importante valutare l'impatto di una sovraesposizione mediatica. Il caso di Jannik Sinner e De Cecco solleva interrogativi sull'autenticità delle partnership commerciali e sull'effetto che queste possono avere sulla percezione dei consumatori. Il boicottaggio proposto mira a stimolare una riflessione sull'equilibrio tra promozione e autenticità.






2 Commenti
Un articolo di rara idiozia
RispondiEliminama daaiii adesso vende pure le creme solari.... peggio di mastrota
EliminaQuando commenti su marketmovers.it immagina di parlare con un tuo caro, tua madre, tuo padre, tua sorella, un tuo amico. Evita offese gratuite, discriminazioni e termini violenti. Sii gentile, sempre.
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