Il gioco online vale l’1% del PIL italiano


Il mercato del gambling italiano, stando ai dati relativi al 2016, contribuisce al PIL per più di un punto percentuale.

Quello online, poi, ha un valore che ormai supera il miliardo di euro.




Dando uno sguardo alle varie compenti del gioco in Rete ci accorgiamo che a farla da padrone sono ancora una volta i casinò games: ambienti in cui trovare dalla roulette al black jack, dal baccarat alle slot machine.



E se queste ultime si sono rivelate il passatempo preferito dei giocatori italiani in ambiente offline, stanno incontrando sempre maggiore successo anche online. Perché le sale da gioco virtuali mettono a disposizione degli utenti una quantità incredibile di grafiche: si va da quelle che prendono spunto da famose pellicole, a quelle che hanno per protagonisti i personaggi del mondo dei fumetti.
Una cosa però le accumuna tutte, le regole per giocare e vincere.

Le prime slot machine fecero la loro comparsa aldila dell’oceano Atlantico nel corso del XIX secolo. Erano piazzate per lo più nei drugstore, vale a dire esercizi commerciali dove trovare un po’ di tutto, dai generi alimentari ai medicinali più comuni. Poiché i meccanismi che le animavano erano piuttosto rudimentali, per funzionare avevano bisogno di un inserviente che distribuisse le eventuali vincite. Ma non si trattava di denaro contante come avviene ai giorni nostri. I fortunati giocatori ritiravano dei buoni per acquistare alcuni dei prodotti già presenti nei drugstore.


Fu grazie ad un emigrato tedesco, tale Charles Fey, anche se il vero nome era August Fey, che prese forma l’antenata delle attuali slot machine. Si trattava della “Liberty Bell Slot Machine”, un’evoluzione della già esistente “Horseshoe Slot Machine”, che fece il suo ingresso in società a metà degli anni Novanta dell’Ottocento. Quando il giocatore abbassava la leva meccanica metteva in movimento tre rulli sui quali erano dipinti i segni che noi tutti oggi conosciamo: il ferro di cavallo; il seme di spade; il diamante; il seme di cuori; le campane. Le varie combinazioni possibili producevano vincite di somme differenti. Ovviamente il massimo guadagno, da qui il nome che le fu affibbiato, i giocatori lo ottenevano trovando tre campane. Ma non ci illudiamo, la macchina erogava al massimo 10 nickels, che più o meno equivalgono a 50 centesimi di dollaro.

Insomma, cambiare vita trovando la fortuna nella “Liberty Bell Slot Machine” era praticamente impossibile.

Per quasi un secolo questo passatempo non subì grosse modifiche. Almeno fino agli anni Sessanta e Settanta del Novecento. Prima entrarono in commercio modelli non più solo meccanici, bensì dotati di circuiti elettronici (ad esempio un bottone sostituiti la leva che azionava i rulli). Quindi fu la volta delle video slot machine.

Se i primi casino online autorizzati AAMS, l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, hanno aperto i battenti nel corso del 2011, per giocare alle slot machine online, come sono quelle di NetBet slots, i player italiani hanno dovuto attendere fino al dicembre del 2012.

Proprio lo sbarco in rete ha permesso la nascita delle macchinette con jackpot progressivo, cioè crescente di giocata in giocata, finché un utente non trova la combinazione vincente.
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