Secondo quanto stabilito dai giudici Usa, il rimborso sarebbe dovuto ai fondi statunitensi che hanno acquistato i cosiddetti "Tango Bond" dopo il default del 2001, rifiutandosi di aderire agli swap del 2005 e del 2010 per la ristrutturazione del debito argentino. Fondi che in alcuni casi hanno il diritto di ottenere rimborsi che proiettano i loro rendimenti a percentuali da capogiro, oltre 1.600 punti.
Ultime notizie sugli obbligazionisti italiani
I 50mila italiani possessori di bond argentini sono impegnati in
questi giorni nella fase finale di un arbitrato davanti al tribunale della Banca Mondiale. La Task Force Argentina (Tfa),
costituita nel 2002 da otto banche italiane per rappresentare i
creditori nelle sedi di negoziazione, ha chiesto al Paese di avviare
trattative e cercare un accordo con tutti i creditori, inclusi gli
italiani. “L’Argentina è ora chiamata a far fronte alle sue
responsabilità. Se non lo facesse si troverebbe a far fronte a un
default tecnico e a difficoltà nell’accedere al mercato dei capitali”,
si legge nel comunicato della Tfa, secondo il quale, comunque, la decisione della Corte Suprema americana lascia inalterati i diritti dei titolari di bond italiani. |
4 giorni al default, ultime notizie
Le trattative per evitare il default dell'argentina proseguono a ritmo serrato, anche se finora non è stato raggiunto alcun accordo.La posta in gioco è elevatissima: sono i 120 miliardi di dollari che rischierebbero di mettere in ginocchio il paese e che lo condannerebbero a un nuovo default. Thomas Griesa, il giudice che ha dato ragione ai fondi speculativi che pretendono il rimborso integrale dei bond argentini in portafoglio, nega a Buenos Aires la sospensione della sentenza e invita le parti a negoziare e trovare una soluzione. Secondo i legali della Casa Rosada, però, è impossibile arrivare a un accordo entro fine mese
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