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Dove finiscono i cinesi morti?

I CINESI MORTI LI MANGIAMO AL RISTORANTE? DOVE DIAVOLO FINISCONO??!!


Una delle polemiche più in voga è quella riguardante la morte di un cinese: Dove finiscono i cinesi morti? Io non ho mai visto un cinese morto nei cimiteri.  In Italia si vedono assai raramente – se non mai – anche funerali di cittadini americani, svizzeri, lussemburghesi, senegalesi, cubani, sanmarinesi, finlandesi, abkhazi, messicani, monegaschi, libici, neozelandesi, thailandesi, ciprioti, giapponesi, romeni, tedeschi, hawaiani, maltesi, capoverdiani, canadesi, brasiliani, ruandesi o di persone provenienti da qualsiasi altro Paese. Eppure a nessuno viene mai in mente di chiedersi come mai nei cimiteri dello Stivale non si vedano se non eccezionalmente tombe di defunti di queste nazionalità: ci s’interroga sempre e soltanto sulla sorte post-mortem dei cinesi. Perchè mai una persona – italiana o straniera – che muore lontano dal suo Paese dovrebbe essere abbandonata dalla famiglia in un cimitero a migliaia di chilometri o a diverse ore di aereo dai suoi affetti, senza nessuno a prendersi cura della tomba e tenerla in condizioni dignitose?

Di seguito un brano tratto da Gomorra che fa capire meglio la situazione:
Il container dondolava mentre la gru lo spostava sulla nave. Come se stesse galleggiando nell’aria, lo sprider, il meccanismo che aggancia il container alla gru, non riusciva a domare il movimento. I portelloni mal chiusi si aprirono di scatto e iniziarono a piovere decine di corpi. Sembravano manichini. Ma a terra le teste si spaccavano come fossero crani veri. Ed erano crani.
Uscivano dal container uomini e donne. Anche qualche ragazzo.

Morti. Congelati, tutti raccolti, l’uno sull’altro. In fila, stipati come aringhe in scatola. Erano i cinesi che non muoiono mai. Gli eterni che si passano i documenti l’uno con l’altro. Ecco dove erano finiti. I corpi che le fantasie più spinte immaginavano cucinati nei ristoranti, sotterrati negli orti d’intorno alle fabbriche, gettati nella bocca del Vesuvio. Erano lì. Ne cadevano a decine dal container, con il nome appuntato su un cartellino annodato a un laccetto intorno al collo. Avevano tutti messo da parte i soldi per farsi seppellire nelle loro città in Cina. Si facevano trattenere una percentuale dal salario, in cambio avevano garantito un viaggio di ritorno, una volta morti. Uno spazio in un container e un buco in qualche pezzo di terra cinese.

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