Di Alessandra Pilloni - BullionVault in collaborazione con MarketMovers.it
Dopo un inizio di settimana particolarmente tranquillo, tanto che alcuni trader davano i giochi sostanzialmente chiusi fino al 2013, il prezzo sia dell’oro che dell’argento hanno subito un forte scossone al ribasso a metà settimana, in seguito a dati economici positivi dagli Stati Uniti e all’upgrade della Grecia.
Lunedì e martedì il prezzo rimane poco al di sotto della soglia psicologia dei $1700.

L'upgrade della Grecia
Martedì sera giunge poi la prima delle due notizie che hanno sconvolto il prezzo di oro e argento durante questa settimana, ovvero l’upgrade della Grecia da parte di Standard & Poor. Di upgrade si tratta, ma si faccia attenzione perché la Grecia passa da “selective default” a “junk”. Poco da festeggiare, insomma. I mercati dei metalli preziosi reagiscono male e l’oro crolla al valore di 1662$ l’oncia e in termini di euro raggiunge il livello minimo in 6 mesi, a 1255€ l’oncia. Quasi il 10% in meno rispetto al massimo di ottobre. Per quanto drammatica possa essere sembrata la situazione di mercoledì, il peggio doveva ancora arrivare.  La divulgazione dei dati economici dagli Stati Uniti migliori delle aspettative hanno trasformato il crollo di mercoledì in un inciampo.

Il Pil degli Stati Uniti
Il PIL trimestrale definitivo degli Stati Uniti ha visto infatti un rialzo del 3,1% (contro il 2,7% divulgato provvisoriamente); poco dopo il prezzo dell’oro è crollato al di sotto dei 1650$ all’oncia per la prima volta dalla fine di Agosto, e l’argento è riuscito appena a galleggiare al di sopra dei 30$ all’oncia, e questo appena un’ora dopo l’apertura dei mercati statunitensi. L’oro ha toccato i 1638$ prima di rimbalzare ad un livello attorno ai 1650$.
Venerdì la situazione non è migliorata di molto, e nel momento in cui scriviamo il prezzo sembra volersi stabilizzare poco al di sopra della soglia dei $1650.
Per quanto riguarda il fronte della domanda, il crollo dei prezzi sembra abbia rianimato il mercato indiano, la cui egemonia è stata compromessa quest’anno da una serie di tasse e direttive a sfavore dell’importazione di oro fisico.
Si ricorda che a metà febbraio ricorre il capodanno cinese, per la cui occasione le famiglie cinesi acquistano tradizionalmente gioielli e lingotti in oro.
È il momento di un pò di statistiche. Il fixing dell'oro a chiusura di settimana è stato fissato a 1651,50$ l’oncia, con una perdita settimanale del 2,6%. In termini valutari euro, con un fixing di €1253,70, si parla di una perdita settimanale del 3%.
Il fixing dell’argento è stato di $29,89 all’oncia, una perdita settimanale di oltre l’8%.
Su BullionVault, il mercato più importante per la compravendita di oro e argento per i privati, il crollo del prezzo ha significato un incremento particolarmente significativo degli acquisitori netti. Le politiche monetarie delle principali banche centrali non sono cambiate e l’oro, per chi ci crede, continua a brillare.