Il delitto di Garlasco, avvenuto nel 2007 con la tragica morte di Chiara Poggi, continua a generare polemiche e interrogativi. Oggi ci concentreremo sul ruolo ambiguo del generale Garofano che è finito al centro dell’attenzione mediatica. 

Luciano Garofano, ex comandante del RIS di Parma, è diventato oggi consulente della difesa di Andrea Sempio, nuovo indagato nel caso. La sua nomina ha sollevato un sacrosanto dibattito sul mega conflitto di interessi che ciò ha generato. Garofano sembra infatti più impegnato a difendere il proprio operato, descritto in tutti gli atti dei RIS da lui firmati, che a svolgere il ruolo di consulente di parte.

Le accuse di incompatibilità⚖️

Garofano ha partecipato alle indagini iniziali come comandante del RIS, supervisionando i rilievi sulla scena del crimine, redigendo relazioni e firmando gli atti. Il suo operato ha condizionato fortemente l'esito delle indagini e le determinazioni dei giudici. Nonostante abbia dichiarato di non essere mai entrato nella villetta di via Pascoli, diverse fotografie e verbali ufficiali lo smentiscono. La difesa di Alberto Stasi, condannato in via definitiva per l’omicidio, ha chiesto l’esclusione di Garofano dal procedimento, sostenendo che la sua presenza nelle indagini del 2007 lo renderebbe incompatibile come consulente tecnico oggi.

Il DNA ignoto e la difesa del proprio operato🧬 

Uno dei nodi centrali è la controversa traccia di DNA maschile ignoto trovata nel cavo orale della vittima. Secondo Garofano, si tratta di una contaminazione accidentale, priva di valore probatorio. Ha difeso con forza le analisi condotte dal RIS sotto la sua guida, affermando che furono eseguite in modo indipendente dai suoi collaboratori e che lui non intervenne direttamente. Tuttavia l'ex generale ha espresso concetti illogici e lesivi della dignità della vittima Chiara Poggi durante la trasmissione quarto grado, dicendo che sul campione era stata effettuata soltanto la ricerca di liquido seminale e, non avendone trovate, logicamente non si è proceduto ad altre analisi perchè "cercavamo un uomo" (???). 

Garofano ha inoltre criticato la riapertura dell’inchiesta, definendola una “ricerca di qualcosa che non c’è”. La sua posizione appare come una difesa del proprio ruolo passato, cercando di tutelare la credibilità del lavoro svolto dal RIS e la validità delle analisi biologiche effettuate all’epoca.

🔍 Una presenza scomoda?

La sua nomina come consulente per Sempio ha riacceso le tensioni tra le parti. Se da un lato Garofano rivendica la sua competenza e la correttezza del suo operato, dall’altro la sua doppia veste – investigatore nel 2007 e consulente nel 2025 – solleva dubbi sulla sua imparzialità. La decisione finale spetta alla giudice Daniela Garlaschelli, chiamata a valutare se il generale possa continuare a far parte del pool di esperti.


📉 Dubbi su altre inchieste e la credibilità del RIS

Queste ed altre criticità hanno contribuito ad una progressiva erosione della fiducia pubblica nel lavoro del RIS, un tempo considerato il fiore all’occhiello delle investigazioni scientifiche. C'è da domandarsi come siano state gestite le diverse indagini seguite dal generale Garofano durante la sua lunga carriera al comando del RIS di Parma. Tra i casi più controversi figura la strage di Erba, il caso Cogne, delitto di Novi Ligure, caso Carretta e nel serial killer Donato Bilancia.


📂 Il video di Bugalalla e i reperti dimenticati

Nel suo ultimo approfondimento sul caso Garlasco, la creator Bugalalla (Francesca Bugamelli) ha mostrato documenti ufficiali e verbali d’indagine che rivelano l’esistenza di numerosi reperti mai analizzati, nonostante fossero stati repertati sulla scena del crimine e sul corpo di Chiara Poggi. Tra questi, una ciocca di capelli di origine incerta, braccialetti insanguinati, un orecchino privo di chiusura trovato accanto al cadavere, e persino una statua misteriosa scomparsa dalle foto successive dei RIS. Il video solleva dubbi inquietanti sulla gestione delle prove e alimenta il sospetto che elementi potenzialmente decisivi siano stati ignorati, contribuendo a una ricostruzione parziale e forse fuorviante dell’omicidio.