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Analisi settimanale del prezzo dell'oro

Il prezzo dell'oro continua a scendere.
Durante buona parte della settimana ha tenuto banco lo shutdown del governo americano, che già la scorsa settimana aveva impedito la diffusione dei non farm-payroll, i dati sull’occupazione americana considerati fondamentali per tutti i mercati, compreso quello dell’oro. Il governo statunitense ricordiamo rischia la bancarotta per il raggiungimento del tetto del debito previsto per il 17 ottobre.
Ad inizio settimana l’oro ha tradato in un range tutto sommato ristretto, mantenendosi sopra i $1300 all’oncia ma senza riuscire a “testare i massimi recenti attorno ai $1350,” nelle parole degli analisti di Scotia Mocatta.

Mercoledì è stata poi annunciata la successione di Janet Yellen alla guida della Federal Reserve; la Yellen sostituirà Bernanke alla scadenza del mandato, il prossimo febbraio. La Yellen, attuale vice presidente della banca centrale americana, è nota per essere a favore di politiche monetarie addirittura più caute rispetto a quelle dell’attuale governatore. Cautela ci sarà dunque sia in materia di tapering che di rialzo dei tassi di interesse.
È significativo che in uno scenario tale l’oro abbia mancato i rally. Ricordiamo che una crisi del debito simile nell’estate del 2011 portò i prezzi ai massimi livelli storici, a superare i $1900 all’oncia.  È come un film già visto, e i mercati non sembrano reagire come fecero durante la prima visione.
“Il sentiment è cambiato. Gli investitori non sembrano interesati all’oro, nemmeno in tempo di stress” ha commentato alla CNBC Jim Iuorio, fund manager di Chicago.
Giovedì sera, infatti, con il raggiungimento di un accordo a breve termine tra i repubblicani ed Obama per la soluzione almeno temporanea della crisi, le quotazioni dell’oro sono crollate, scendendo oltre i $1300 all’oncia. Venerdì pomeriggio un ulteriore crollo dell’1,8% avvenuto nel giro di due minuti e causato da un sell off all’apertura del mercato dei futures, ha portato il prezzo al minimo trimestrale di $1263. Sono livelli che non vedevamo dall’inizio di luglio.
D’altra parte non sembra giungere alcuna reazione dal mercato dell’oro fisico, che durante gli ultimi mesi era invece intervenuto a dare una base quando il prezzo crollava, spinto sopratutto dagli investitori asiatici interessati a comprare a buon prezzo.
“Sembra che il governo sia riuscito nel suo intento” si legge nel Financial Express, periodico indiano che rende noto che il deficit commerciale dell’India è sceso al di sotto dei $6,8 miliardi per la prima volta da aprile 2011. Ricordiamo che l’India, fino all’anno scorso il principale mercato per l’oro, deve soddisfare tutta la richiesta tramite le importazioni, e nel tentativo di aggiustare il deficit commerciale ha prima fortemente tassato e poi di fatto bloccato le importazioni di oro in India.
Tornando al prezzo, il fixing di venerdì pomeriggio è stato di $1265,50, il 3,4% in meno rispetto allo stesso dato della settimana scorsa. In termini di Euro il calo è stato simile, al 3,2%, con un fixing di chiusura settimana a €933,53.
L’argento ha seguito l’oro da vicino, evitando però il crollo di venerdì. Il fixing di venerdì è stato di $21,52 in linea con la chiusura della settimana precedente.
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