Calano i depositi overnight alla BCE


Finisce una settimana di attese, all’interno della quale abbiamo assistito alla pubblicazione di pochi dati macroeconomici ma che è stata foriera di diversi spunti di riflessione. Dollaro in discesa, materie prime in risalita e borse in correzione: questi i temi dominanti.

Diminuiscono i depositi presso la BCE


I depositi overnight presso l’istituto di Francoforte, da parte di quelle banche commerciali che hanno a disposizione liquidità in eccesso al fine della giornata, sono diminuiti in maniera sensibile se paragonati a quando essi non erano remunerati, ma nemmeno costava nulla usufruire di questo parcheggio temporaneo ma sicuro di liquidità, così come sono diminuite le richieste di prestito a tassi dello 0.40%, sempre rispetto alla media storica (ultimo dato rispettivamente 17 miliardi e 16 milioni contro un pre-cambio di tassi pari a 39 miliardi e 442 milioni, qui le serie storiche) .
Questo sta a significare che la situazione del mercato del credito gradualmente si sta indirizzando verso quella strada voluta dal Board della BCE, senza chiaramente produrre effetti nel breve periodo, ma che nel medio potrebbe cominciare a fornire degli spunti di riflessione interessanti, sempre che il trend di utilizzo delle standing facilities divenga su base stabile e rimanga decrescente. Questo starebbe infatti a significare che il sistema interbancario (quello su cui si basa l’intera struttura economica europea) ha ricominciato a funzionare, con effetti sulla liquidità in circolazione nell’economia reale.


Riflessi sui mercati


L’euro, dopo l’entrata in vigore dei nuovi tassi, ha tentato delle risalite fermatesi sotto area 1.3600 ed ora sta accumulando tra questo livello a 1.3500, zona di congestione che potrebbe lasciare spazio sia a tentativi si ripresa, sia di continuazione della discesa cominciata pre BCE, con quest’ultimo scenario che appare il meno probabile ma che cureremo con attenzione nel momento in cui dovessimo vedere attaccata l’area di supporto passante per 1.3450/75, zona che se rotta potrebbe lasciare adito a tentativi di approfondimento verso nuovi minimi che, in ottica daily, potrebbero portare alla valutazione di un trend ribassista. Il fatto che il mercato cominci a vedere altre valute sotto l’ottica di rafforzamento (dollaro neozelandese e sterlina sopra tutti, dopo le decisioni delle due banche centrali che stanno giocando a rialzare i tassi – o preparare il mercato ad un rialzo, nel caso della BoE – desiderando comunque delle valute più deboli) potrebbe in qualche modo svilire il ruolo di attrattore di capitali (in quanto valuta che non può svalutare) dell’euro, portando così a flussi in uscita dall’Europa, ma fino a quando lo spauracchio di interventi degli istituti centrali (al fine di vendere valuta domestica per mantenere il suo valore contro dollaro controllato) non verrà meno, è possibile che l’euro rimanga catalizzatore di flussi, pur essendo i rendimenti dei benchmark obbligazionari a lungo termine europei più bassi a livello di tassi rispetto ai cugini americani.

La settimana


Dal punto di vista di dati, questa settimana risulterà sicuramente più importante della passata. Basti pensare al FOMC di mercoledì (che seguiremo insieme all’interno del nostro Trade The News) durante il quale dovrebbe essere confermato il ritmo di diminuzione degli acquisti di asset di ulteriori 10 miliardi, portandoci così sotto i 40 miliardi e vicino ai 30, soglia che da mesi e mesi indichiamo come quella che inizierà a farci considerare la possibilità di assistere a storni interessanti delle borse (non ancora pronte a nostro parere ad assistere a discese strutturali, ma che potrebbero tentare degli approfondimenti ribassisti su base intraday nei prossimi giorni).
Oltre a questo, oggi avremo la pubblicazione dei dati sull’inflazione dell’area euro alle ore: nessuna sorpresa attesa ma aumenti di volatilità possibili, andiamo a vedere insieme i livelli tecnici di attenzione. Per tutti gli altri dati, vi rimandiamo al nostro calendario macroeconomico.



QUADRO TECNICO


EurUsd: euro che si trova vicino a zone di potenziale resistenza. Tra la media oraria a 100 ed i punti statici precedenti infatti è possibile considerare eventuali vendite di moneta unica, considerando il fatto che ritorni sopra area 1.3585 potrebbero risultare propedeutici ad accelerazioni verso l’area compresa tra 1.3600 e 1.3620, all’interno della quale i prezzi potrebbero frenare da un momento all’altro. In caso di superamento ai area 1.3630 è possibile che la ripresa diventi strutturale, nel breve periodo. In caso di tenuta delle resistenze è possibile valutare storni verso 1.3540 come primo livello di target ed eventualmente, in estensione, i minimi relativi. Discese dirette dovrebbero essere valutate sotto 1.3525 a nostro parere, per test dei minimi ed estensioni verso 1.3485.

UsdJpy
: correlazione con il Nikkei ancora viva e mercato che ha tenuto perfettamente le resistenze statiche in area 102.10, supporto studiato settimana scorsa divenuto resistenza una volta rotto. Possibilità di seguire degli avvicinamenti all’area segnalata dalla media a 21 oraria, che insieme a 101.95 potrebbe rappresentare una buona zona sulla quale pensare ad acquisti di dollaro. In caso di ripartenza oltre la resistenza principale è difficile aspettarsi accelerazioni importanti, se non una volta superata area 102.30. 101.60 e 101.40 i livelli di target in caso di tenuta delle resistenze, con accelerazioni dirette a ribasso possibili in caso di superamento di area 101.70.

EurJpy: congestione laterale lievemente ribassista per EurJpy, che potrebbe farci considerare potenzialità d’acquisto in caso di retest delle resistenze statiche e dinamiche passanti tra 138.20 e 138.40, con l’idea che ritorni sopra area 138.55 potrebbero lasciare spazio a tentativi di ripartenza verso 138.75 ed in estensione 139 figura. In caso di tenuta dei primi punti visti, l’idea di seguire potenziali target in area 137.90 e 137.60 non ci sembra malvagia.

GbpUsd: cable che ha tentato sui primi movimenti del mattino di sfondare quota 1.7000, non riuscendoci per il momento. E’ possibile sfruttare questo livello tondo per vendite di sterlina (ottimo R/R), con primi target su 1.6960 ma stando ben attenti a posizionare degli stop sopra i massimi, ed eventualmente reverse oltre 1.7025 (SSI a -3.92, il che significa che l’80% dei trader è corto a mercato).

AudUsd: dollaro australiano in ripresa durante la notte ma all’interno di una zona di congestione poco chiara tecnicamente parlando. Siamo di fronte a tentativi di ripartenza confusi, che non permettono il ragionamento su alcun livello di attenzione, se non su 0.9375 e 0.9425, che seguiremo con attenzione sul forum.


Articolo redatto da Matteo Paganini
Chief Analyst DailyFX
Forex Capital Markets FXCM 

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