Short Selling covered e naked. Regole introdotte nelle varie nazioni.



Lo short selling, o vendita allo scoperto, è un'operazione con cui un soggetto vende un titolo senza averlo precedentemente acquistato. Ci sono due tipi di vendita alla scoperto: covered e naked.
Lo short selling di tipo covered è preceduto da un prestito titoli. In sostanza il soggetto che intende vendere allo scoperto si procura preventivamente i titoli facendoseli prestare da un intermediario, assicurandosi in tal modo di poterli consegnare al compratore.

Lo short selling di tipo naked non è invece preceduto da alcuna forma di copertura per cui il venditore deve successivamente procurarsi i titoli acquistandoli sul mercato o prendendoli a prestito. Quindi in questo secondo caso la consegna dei titoli al compratore non è certa.
Negli USA la Securities and Exchange Commission (SEC) il 18 settembre 2008, a causa dei forti ribassi che avevano colpito i titoli del settore finanziario, decise di proibire per circa un mese le operazioni di short selling su detti titoli azionari. Nel febbraio 2010 la SEC ha approvato l'introduzione di nuove regole volte a limitare lo short selling su titoli che abbiano perso più del 10% nella seduta. Si tratta di una variante della cosiddetta "uptick rule" rimasta in vigore dal 1929 al 2007.

Nel Regno Unito la FSA (Financial Services Authority, l'equivalente della Consob) il 18 settembre 2008 decise di vietare lo short selling, sia di tipo covered che di tipo naked, sulle azioni di società finanziarie, sull'onda del crollo di HBOS, all'epoca il principale operatore britannico nel mercato dei mutui immobiliari, poi acquisito da Lloyds TSB Group. Il divieto durò fino al 16 gennaio 2009. L'FSA ha però prorogato "sine die" le regole relative alla trasparenza delle posizioni corte. Queste regole obbligano gli operatori a rendere pubbliche le posizioni corte superiori alla soglia dello 0,25% del capitale sulle azioni di alcune società incluse in un'apposita lista.
In Francia l'AMF (Autorité des Marchés Financiers) il 19 settembre 2008 decise di vietare lo short selling di tipo naked su azioni di banche e compagnie assicurative e di imporre l'obbligo di comunicazione all'AMF e al mercato l'esistenza di posizioni corte su partecipazioni uguali o eccedenti lo 0,25% del capitale delle società ricordate in precedenza. L'AMF ha anche raccomandato agli intermediari di fornire informazioni riguardanti l'attività di prestito titoli. Nel gennaio 2010 l'AMF ha deciso di estendere l'efficacia di queste ultime misure fino a nuovo ordine.
In Germania la Federal Financial Supervisory Authority (BaFin) il 18 maggio 2010 ha deciso di proibire temporaneamente le operazioni di short selling di tipo naked aventi per oggetto 10 titoli azionari appartenenti ai settori bancario ed assicurativo. Il divieto non si limita però solo alle azioni ma abbraccia anche lo short selling (sempre di tipo naked) su titoli di debito emessi da stati sovrani dell'area euro e sui cosiddetti "naked CDS" (CDS utilizzati per speculare e non per finalità di copertura) sul debito di stati dell'area euro. In Italia la Consob è intervenuta vietando, a partire dal 23 settembre 2008, lo short selling di tipo naked su titoli finanziari. Il 1° ottobre 2008 il divieto si è esteso anche allo short selling di tipo covered. Dal 10 ottobre il divieto è stato applicato a tutti i titoli azionari quotati sui mercati azionari regolamentati. Dal 1° gennaio 2009 la Consob ha riammesso lo short selling (di entrambi i tipi) eccezione fatta per i titoli finanziari e per quelli di societa' oggetto di aumenti di capitale. Dal 31 maggio 2009 è stato riammesso lo short selling di tipo covered sui titoli finanziari.
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